IL LATO OSCURO DEL RAPPORTO TRA ELVIS PRESLEY E SIGNORA
Non sapremo mai se quanto narra il film “Priscilla” di Sofia Coppola, uscito a fine marzo, corrisponde a quanto avvenuto nella realtà al giovane Elvis Presley e alla sua fiamma Priscilla Ann Wagner Beaulieu all’inizio della loro storia d’amore e nei primi anni di matrimonio. Non tutte le biografie riportano dati concordanti ed il film ne stravolge alcuni, ma possiamo a grandi linee ipotizzare che la storia ritratta in pellicola si avvicini abbastanza alla verità.
Inutile dire quanto sia di interesse l’argomento tra il pubblico e tra i fan del divo; focalizzandosi su una prospettiva differente – quella del manager Tom Parker -, nel 2022 teneva banco il film “Elvis” sfiorando i 290 milioni di dollari d’incasso, il cui regista Luhrmann puntava i riflettori sulla carriera dell’artista e non espressamente sul suo “privato”. La pellicola a firma di Sofia Coppola fa l’esatto opposto: punta dritto al “privato” ove i richiami alla notorietà dell’artista sono occasionali e servono per esatta comprensione delle dinamiche sentimentali e familiari. Critica e pubblico hanno accolto positivamente questa prospettiva che si ispira direttamente al libro ‘ELVIS and ME’ scritto da Priscilla Presley in abbinata con Sandra Harmon.
Dal film si ricava che l’incontro casuale tra Elvis e Priscilla a Wiesbaden – dove lui svolge il servizio militare e lei vive con la famiglia, essendo il padre (meglio, il patrigno) assegnato a sua volta alla stessa base militare – avviene quando la ragazza è in piena adolescenza ad una festa di amici; c’è chi lo colloca ai 14 anni di Priscilla, una volta mancata la madre di lui, chi addirittura lo anticipa. Elvis apprezza di lei le sue origini americane e la sua capacità di ascolto, lei se ne innamora follemente restando una presenza discreta e composta nella sua vita; presenza destinata ad affievolirsi quando lui tornerà negli States.
L’affetto tra i due non scompare, nonostante la distanza ed altre storie verosimilmente intrecciate dal cantante. Con grande maturità la ragazza porta avanti il suo sogno d’amore via cavo telefonico, fino a che ottiene di poter volare oltreoceano per una breve vacanza da lui. Quel che descrive la regista, che poi non pare esattamente quanto scrive la diretta interessata nel suo libro autobiografico (vuoi per pudore, vuoi per furbizia), è che i migliori sono proprio i primi anni di frequentazione sporadica, quelli apparentemente più tristi a motivo della lontananza: ossia in Germania dove lei è ancora molto giovane e soggetta a stretti vincoli genitoriali ed il periodo trascorso in visita da lui.
La famiglia della giovane arriverà ad accordarsi con lui per il trasferimento di Priscilla – a quel punto sedicenne – negli States e nelle varie biografie la si colloca in casa del padre di Elvis, che ha una nuova compagna, ma nel film la collocazione parrebbe da subito presso la tenuta di Graceland a Memphis. Consenso ottenuto dietro il patto che la ragazza termini gli studi delle scuole superiori. Le grandi attese tuttavia proseguono, in quanto la star è poco a casa (grazie alla notorietà acquisita, inizia a fare l’attore) e quando c’è non disdegna lo stordimento di farmaci di cui abusa sempre più, alcuni assunti fin dai tempi del militare.
Pur benvoluta da tutti, si ha l’impressione che Priscilla non si senta accettata fino in fondo, o tema continue distrazioni del fidanzato, che peraltro le nega approcci sessuali soddisfacenti dietro l’apparente intenzione di aspettare fino al matrimonio, e su questo la regista prende per vere le parole inserite nel libro dalla diretta interessata “mi rassegnai ad una lunga attesa” benché lui precisasse di rifiutare “solo il rapporto vero e proprio” (le parole vengono riportate in alcune battute del film), ma ritenesse di poter fare altre cose. Nella versione filmica attuale la regista italoamericana rassegna una versione tranchant, ove le parole del libro “iniziò ad insegnarmi altri modi per sedurlo. Avevamo un forte legame, in gran parte sessuale” vengono smentite e disattese dalle sequenze girate; quasi che la regista abbia avuto soffiate in proposito. Più precisamente, per spiegare il suo assurdo comportamento attribuisce al divo un fervore mistico-religioso, dipingendone l’equilibrio labile ed instabile, le scappatelle fuori casa e la monotonia nel rapporto a due.
Il lungo corteggiamento precedente e l’astinenza – unilaterale – protratta in regime di convivenza, sfociano nel matrimonio del 1° maggio 1967 e nove mesi dopo nella nascita di Lisa Marie; viste le tempistiche perfette, dobbiamo concludere che Elvis fosse un fervido credente o molto abile a prevenire certi malumori della stampa (stampa che a sua volta alimentava – forse con malizia e scaltrezza – intrecciando flirt con alcune attrici dei vari set…)? Ai posteri l’ardua sentenza.
La storia iniziata in una base militare a Wiesbaden e proseguita a Graceland prende ormai la piega di un rapporto di prevaricazione, con larga immaturità ed irresponsabilità da parte di Elvis come marito ed in generale verso la famiglia, sostenuta economicamente e non più luogo di dialogo; spadroneggiano il suo lato eccentrico, gli sbalzi d’umore dovuti alle pressioni ma anche all’abuso di farmaci, e la sordità verso qualsiasi opinione diversa dalla sua (di qui il soprannome The King). Una storia di amore, sogni e fama variamente in bilico.
Un po’ eccessivo in lunghezza e lentezza, con un finale volutamente abbozzato, il film è apprezzabile come saggia summa dei rapporti amorosi sbilanciati e dell’inesorabile loro meccanismo di usura. Se Jacob Elordi come Elvis è abbastanza credibile, pregevole la prova della protagonista Cailee Spaeny, che ha vinto la Coppa Volpi per miglior interpretazione femminile all’80ª Mostra del cinema di Venezia.
Silvia D’Ambrosio
PRISCILLA (U.S.A.-Italia)
Regia: Sofia Coppola 113' Voto: 6/7
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