Al cinema “Priscilla” di Sofia Coppola

IL LATO OSCURO DEL RAPPORTO TRA ELVIS PRESLEY E SIGNORA

Non sapremo mai se quanto narra il film “Priscilla” di Sofia Coppola, uscito a fine marzo, corrisponde a quanto avvenuto nella realtà al giovane Elvis Presley e alla sua fiamma Priscilla Ann Wagner Beaulieu all’inizio della loro storia d’amore e nei primi anni di matrimonio. Non tutte le biografie riportano dati concordanti ed il film ne stravolge alcuni, ma possiamo a grandi linee ipotizzare che la storia ritratta in pellicola si avvicini abbastanza alla verità.

Inutile dire quanto sia di interesse l’argomento tra il pubblico e tra i fan del divo; focalizzandosi su una prospettiva differente – quella del manager Tom Parker -, nel 2022 teneva banco il film “Elvis” sfiorando i 290 milioni di dollari d’incasso, il cui regista Luhrmann puntava i riflettori sulla carriera dell’artista e non espressamente sul suo “privato”. La pellicola a firma di Sofia Coppola fa l’esatto opposto: punta dritto al “privato” ove i richiami alla notorietà dell’artista sono occasionali e servono per esatta comprensione delle dinamiche sentimentali e familiari. Critica e pubblico hanno accolto positivamente questa prospettiva che si ispira direttamente al libro ‘ELVIS and ME’ scritto da Priscilla Presley in abbinata con Sandra Harmon.

Dal film si ricava che l’incontro casuale tra Elvis e Priscilla a Wiesbaden – dove lui svolge il servizio militare e lei vive con la famiglia, essendo il padre (meglio, il patrigno) assegnato a sua volta alla stessa base militare – avviene quando la ragazza è in piena adolescenza ad una festa di amici; c’è chi lo colloca ai 14 anni di Priscilla, una volta mancata la madre di lui, chi addirittura lo anticipa. Elvis apprezza di lei le sue origini americane e la sua capacità di ascolto, lei se ne innamora follemente restando una presenza discreta e composta nella sua vita; presenza destinata ad affievolirsi quando lui tornerà negli States.

L’affetto tra i due non scompare, nonostante la distanza ed altre storie verosimilmente intrecciate dal cantante. Con grande maturità la ragazza porta avanti il suo sogno d’amore via cavo telefonico, fino a che ottiene di poter volare oltreoceano per una breve vacanza da lui. Quel che descrive la regista, che poi non pare esattamente quanto scrive la diretta interessata nel suo libro autobiografico (vuoi per pudore, vuoi per furbizia), è che i migliori sono proprio i primi anni di frequentazione sporadica, quelli apparentemente più tristi a motivo della lontananza: ossia in Germania dove lei è ancora molto giovane e soggetta a stretti vincoli genitoriali ed il periodo trascorso in visita da lui.

La famiglia della giovane arriverà ad accordarsi con lui per il trasferimento di Priscilla – a quel punto sedicenne – negli States e nelle varie biografie la si colloca in casa del padre di Elvis, che ha una nuova compagna, ma nel film la collocazione parrebbe da subito presso la tenuta di Graceland a Memphis. Consenso ottenuto dietro il patto che la ragazza termini gli studi delle scuole superiori. Le grandi attese tuttavia proseguono, in quanto la star è poco a casa (grazie alla notorietà acquisita, inizia a fare l’attore) e quando c’è non disdegna lo stordimento di farmaci di cui abusa sempre più, alcuni assunti fin dai tempi del militare.

Pur benvoluta da tutti, si ha l’impressione che Priscilla non si senta accettata fino in fondo, o tema continue distrazioni del fidanzato, che peraltro le nega approcci sessuali soddisfacenti dietro l’apparente intenzione di aspettare fino al matrimonio, e su questo la regista prende per vere le parole inserite nel libro dalla diretta interessata “mi rassegnai ad una lunga attesa” benché lui precisasse di rifiutare “solo il rapporto vero e proprio” (le parole vengono riportate in alcune battute del film), ma ritenesse di poter fare altre cose. Nella versione filmica attuale la regista italoamericana rassegna una versione tranchant, ove le parole del libro “iniziò ad insegnarmi altri modi per sedurlo. Avevamo un forte legame, in gran parte sessuale” vengono smentite e disattese dalle sequenze girate; quasi che la regista abbia avuto soffiate in proposito. Più precisamente, per spiegare il suo assurdo comportamento attribuisce al divo un fervore mistico-religioso, dipingendone l’equilibrio labile ed instabile, le scappatelle fuori casa e la monotonia nel rapporto a due.

Il lungo corteggiamento precedente e l’astinenza – unilaterale – protratta in regime di convivenza, sfociano nel matrimonio del 1° maggio 1967 e nove mesi dopo nella nascita di Lisa Marie; viste le tempistiche perfette, dobbiamo concludere che Elvis fosse un fervido credente o molto abile a prevenire certi malumori della stampa (stampa che a sua volta alimentava – forse con malizia e scaltrezza – intrecciando flirt con alcune attrici dei vari set…)? Ai posteri l’ardua sentenza.

La storia iniziata in una base militare a Wiesbaden e proseguita a Graceland prende ormai la piega di un rapporto di prevaricazione, con larga immaturità ed irresponsabilità da parte di Elvis come marito ed in generale verso la famiglia, sostenuta economicamente e non più luogo di dialogo; spadroneggiano il suo lato eccentrico, gli sbalzi d’umore dovuti alle pressioni ma anche all’abuso di farmaci, e la sordità verso qualsiasi opinione diversa dalla sua (di qui il soprannome The King). Una storia di amore, sogni e fama variamente in bilico.

Un po’ eccessivo in lunghezza e lentezza, con un finale volutamente abbozzato, il film è apprezzabile come saggia summa dei rapporti amorosi sbilanciati e dell’inesorabile loro meccanismo di usura. Se Jacob Elordi come Elvis è abbastanza credibile, pregevole la prova della protagonista Cailee Spaeny, che ha vinto la Coppa Volpi per miglior interpretazione femminile all’80ª Mostra del cinema di Venezia.

Silvia D’Ambrosio

PRISCILLA (U.S.A.-Italia)

Regia: Sofia Coppola
113'
Voto: 6/7

E’ morto Paolo Pininfarina, nipote dello storico fondatore

SE NE VA IN SORDINA, DOPO UNA LUNGA MALATTIA – LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO URSO – DECEDUTA ANCHE L’ATTRICE PAOLA GASSMAN

All’età di 65 anni si è spento ieri Paolo Pininfarina a causa di un tumore; lascia moglie e figli e la presidenza del prestigioso brand. Nella stessa data in cui è deceduta l’attrice Paola Gassman (a 78 anni) sempre per un tumore, scompare un imprenditore che al pari dei predecessori ha dato lustro all’Italia nel mondo.

Nato il 28 agosto 1958 sotto il segno della Vergine, si laurea in Ingegneria meccanica al Politecnico torinese e poi inizia esperienze lavorative all’estero, negli States a Detroit presso la Cadillac ed in Giappone presso l’azienda Honda; successivamente ha incarichi nella General Motors.

Nell’azienda di famiglia entra nel 1982 a soli 24 anni, poi dal 1987 assume la carica di presidente e AD della Pininfarina Extra srl, società specializzata nel design industriale dell’arredamento e in ambito architettonico, nella nautica e aeronautica, quindi nel design non automobilistico, dove intreccia partnership (Snaidero, Calligaris, Chivas Regal, Coca-Cola, Lavazza, Motorola, Samsung, Unilever), elabora progetti di rilievo (es. gli interni dello stadio della Juve) e raccoglie prestigiosi premi internazionali di design, promuovendo la diversificazione del noto marchio.

Accanto alla sede principale, con buon intuito decide di aprire una filiale USA della società-satellite del gruppo, esattamente in Florida. Nel 2006 viene nominato vice-presidente dell’azienda capostipite del gruppo, la storica Pininfarina S.p.A., e dal 2008 assume la carica di presidente al posto del fratello Andrea (ex-presidente e AD), prematuramente scomparso in un grave incidente allorché sopra la propria Vespa, viene travolto da auto condotta da un anziano, lungo il tragitto verso il lavoro, nel mese di agosto.

Due sono le creazioni più celebri promosse dalla sua visione che coniuga bellezza e futuro: la concept car Sergio, una biposto su meccanica Ferrari (2013), in memoria del padre già senatore a vita, e la Battista hypercar elettrica (2019) che porta il nome del nonno, subito apprezzata allorché presentata al Salone di Ginevra.

Si è distinto nel campo dell’istruzione e promozione del design italiano, ha partecipato alla Fondazione ADI per il design, ambasciatore di vari enti ed associazioni, ha raccolto premi ed encomi livello internazionale venendo nominato dalla Francia “Personalità italiana dell’anno” nel 2011.

A dare il triste annuncio è stata l’azienda, che sui social ha precisato andare la sua “eredità… ben oltre i suoi legami familiari”, definendolo “una forza trainante” che ha spinto la società “verso nuovi ambiti di eccellenza del design. Oggi piangiamo la perdita di un leader visionario, ma celebriamo anche l’impatto duraturo della vita e del lavoro di Paolo Pininfarina”.

Anche il Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso gli ha tributato un ricordo sottolineando in un comunicato la sua qualità di imprenditore tenace che ha saputo innovare un brand iconico, rimanendo però ancorato alle radici della famiglia e alla tradizione del saper fare italiano”. Il Ministro, che al mattino aveva partecipato in teleconferenza ad un convegno promosso da Il Sole24Ore a Milano sul PNRR, rispetto al mercato delle auto ha avuto modo di dichiarare che in Italia la situazione di sostanziale monopolio protrattasi per anni non aiuta, ma le prospettive ci sarebbero perché il nostro è l’unico paese europeo dove c’è gran divario tra la produzione e le immatricolazioni (rispetto al numero di autoveicoli prodotti, le immatricolazioni sono 3 volte tanto, pari ad 1 milione e mezzo all’anno). Quindi la produzione nazionale non colma il mercato interno.

Allo stesso tempo la nostra filiera è una delle più importanti e stimate, tanto da poter esportare varie componenti industriali alle concorrenti estere. Ha così concluso il suo intervento al convegno dichiarando apoditticamente “E’ Stellantis che deve rassicurare l’Italia, non il contrario”, e svelato esservi sul tavolo ministeriale trattative avanzate per l’apertura di una sede industriale di casa automobilistica straniera nel Nord-Italia.

Silvia D’Ambrosio

TUTTI “PERFETTI SCONOSCIUTI” AL TEATRO MANZONI FINO AL 24 MARZO

Un lavoro di cesello recitativo è sul palco del Teatro Manzoni fino al 24 marzo con la commedia drammatica “Perfetti sconosciuti”, remake del film di grande successo uscito nel 2016 che porta la medesima firma alla regia di Paolo Genovese che ne curò anche il soggetto.

Nella pièce gli attori si sono cimentati in una resa personale, cercando di non rifarsi eccessivamente alle interpretazioni dei ruoli cinematografici e l’adattamento teatrale è quanto mai efficace, così come lo scandaglio approfondito dei caratteri. Le scene sono di Luigi Ferrigno ed i costumi di Grazia Materia.

Si indaga sulle relazioni umane e soprattutto su quelle di coppia, in cui il cellulare fa da intruso e guastafeste. Tre coppie di amici ed un ex single si confrontano durante una festicciola in casa, decidendo di mettersi a nudo nel gioco della verità rendendo pubbliche le proprie conversazioni telefoniche ed i messaggini. Ci pensa Eva (Astrid Meloni) a convincere i più riottosi; all’inizio parrebbe la più empatica e fiduciosa, ma via via si ha l’impressione che voglia levarsi dalle scarpe qualche sassolino di troppo.

Il marito Rocco (Paolo Calabresi) è tra quelli che sono contrari a questo gioco al massacro, che può mettere a disagio gli ospiti, però è forse quello che ha meno segreti di tutti. Gli invitati sono Bianca (Alice Bertini) e Cosimo (Marco Bonini), coppia giovane, recente ed apparentemente solida, poi la coppia sposata Carlotta (Anna Ferzetti) e Lele (Dino Abbrescia), a prima vista consolidata ma che volge a stanchezza, ed infine Peppe (Emmanuele Aita) da cui tutti si aspettano che presenti la sua dolce metà.

Nel giro di breve si scoprirà che tutti hanno tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta ed esse quasi mai coincidono. Per di più i nostri segreti sono delegati ad un dispositivo elettronico e questo genera ansia; si rischia il crollo di molte impalcature, si rischia l’epilogo peggiore e cioè di arrivare al “tutti contro tutti”. Sullo sfondo di un’eclissi di luna che pare simbolica, si compie uno psicodramma borghese che sfiora dimensioni oniriche, ma affonda le radici nella realtà e nei problemi quotidiani di ognuno.

Fino all’ultimo non si saprà se, dopo l’eclissi, il caos resterà tale.

Silvia D’Ambrosio

TEATRO MANZONI

  • VIA MANZONI 42, MILANO
  • www.teatromanzoni.it
  • info@teatromanzoni.it
  • tel. 02.7636901
  • Poltronissime € 41,00 / 36,50
  • Poltrona € 26,50
  • Poltrona under 26 anni € 18,50

 

OTTIMO CAST IN “JESUS CHRIST SUPERSTAR” DAL 7 AL 17 MARZO AL SISTINA CHAPITEAU

Festeggia i 30 anni dall’edizione rappresentata per la prima volta in Italia e curata da Massimo Romeo Piparo, parliamo del musical cult “Jesus Christ Superstar in scena dal 7 al 17 marzo al Sistina Chapiteau presso lo scalo Farini di Milano, tensostruttura imponente la cui ampiezza consente alla scenografa Teresa Caruso di sbizzarrirsi anche a livello digitale, poi dal 20 al 31 marzo rappresentato al teatro Sistina di Roma.

In questa limited edition prodotta dalla PeepArrow Entertainment, a vestire i panni di Gesù sarà stavolta Lorenzo Licitra già vincitore di X-Factor 2017, mentre nel focale ruolo di Maria Maddalena troveremo la popstar internazionale Anggun (tre dischi di platino per la hit “Snow on the Sahara”), che con fascino esotico e voce suadente ricorda l’indimenticata Yvonne Elliman della versione cinematografica (del 1973). Altri interpreti principali sono Feisal Bonciani nel ruolo di Giuda, già applaudito nelle ultime edizioni, ed il rapper Frankie hi-nrg nei panni di Erode, pronto a regalare al pubblico un’inedita versione del famoso brano in chiave hip-hop.

Dopo dieci anni sul palco sarà proprio Ted Neeley a passare il testimone al nuovo protagonista, che ha 33 anni e si sta facendo strada anche come cantautore; l’abbiamo scelto assieme” ha spiegato il regista Piparo alla conferenza-stampa tenutasi allo spazio Lenovo a Milano. “Questo musical è un miracolo senza tempo, un rito irrinunciabile, intere generazioni lo conoscono. Un concentrato di bellezza ed energia che supera confini ed epoche. Basti pensare che in 30 anni esatti di repliche dal marzo 1994, tra Italia e tournée europee la mia versione del musical ha complessivamente raccolto oltre 2 milioni e mezzo di spettatori, aggiudicandosi nel 2016 il prestigioso Musical World Award (ndr).

Definita l’opera rock più amata di sempre, composta dal britannico Andrew Lloyd Webber su testo di Tim Rice, vide luce per la prima volta nel 1971 dapprima esclusivamente in concerto proprio con la Elliman, per debuttare definitivamente on stage il 12 ottobre 1971 a Broadway con altri protagonisti, palco dove rimase per 18 mesi durante i quali nel ruolo di protagonista si cimentò anche Ted Neeley. Per la sua stesura il compositore Webber ricevette nel 1972 il Drama Desk Award e singole arie dell’opera sono diventate celebri in tutto il mondo. L’attuale limited edition prevede un super-cast affiatato di 23 artisti, supportati da un’orchestra live diretta dal maestro Emanuele Friello e posizionata su una piattaforma girevole; le coreografie sono di Roberto Croce, i costumi di Cecilia Betona.

In conferenza-stampa la popstar Anggun ha ammesso di aver studiato molto a fondo il personaggio di Maria Maddalena per potervisi calare in modo convincente, e di reputarla una santa a differenza di lei; crede però fermamente – come i suoi colleghi – negli ideali che il musical promuove: pace, spiritualità e dialogo da coltivare a tutti i livelli.

In questo periodo pre-pasquale il pubblico assisterà quindi all’ennesimo tradimento insensatamente commesso dall’umanità, che pur riconoscendone la grandezza manda al martirio il Messia e che professa l’amore e la pace ma di fatto calpesta i valori fondamentali dell’esistenza. Così, non mancherà il richiamo ai tanti drammi contemporanei che affliggono il nostro tempo e la nostra civiltà, nell’auspicio che certi orrori non si ripetano più.

Silvia D’Ambrosio

TENDONE SCALO FARINI

LA PIZZERIA LIONIELLO ORA A MILANO

C’era una volta una famiglia: il padre Nicola ed i due figli Salvatore e Michele, uniti dalla medesima passione per la cucina napoletana e le pizze in particolare; tutti impegnati nell’attività di famiglia in quel di Caserta, a sfornare pizze al bacio ed appetizer tipici del luogo.

Un giorno però Salvatore (36 anni) decide di importare i suoi saperi nella città di Milano e lo fa adocchiando due attività commerciali adiacenti ad angolo tra la via Friuli e la via Comelico per un totale di 9 vetrine. Un semicentro prezioso, che consente di trovare parcheggio e ben raggiungibile dai mezzi pubblici. Non ci pensa due volte e dà il via ai lavori di ristrutturazione per compattare i due immobili, concentrandosi sull’ingaggio del personale tra parenti (16 in tutto) e non.

Così a fine 2023 apre i battenti il locale Lioniello – gli artigiani della pizza dal 1989 (che riprende il cognome di famiglia) con più di un centinaio di posti a sedere su 560 metri quadri: un piano superiore con cucina a vista ed un piano inferiore con privé su prenotazione.

Sul menù vi è una scelta selettiva di pizze ed appetizer napoletani; si è puntato ad una scelta radicale per accontentare i pizza-lover: ricca farcitura sopra un impasto morbido, molto idratato ed avvolgente, quindi alta digeribilità. Inserita anche una discreta selezione di pizze vegane e un’ottima selezione di dolci: dai tronchetti al cioccolato al babà gigante fin alla delizia al limone, tutti di produzione interna.

In pochissimo tempo il passaparola ha già permesso di fidelizzare molti milanesi ed il sabato sera, giorno in cui il locale non accetta prenotazioni, a mezz’ora dall’apertura viene preso d’assalto. Ma il giovane si è già distinto nell’ambiente, difatti si è guadagnato 3 spicchi nella categoria Pizzerie della guida gourmet Gambero Rosso.

Patron di questa pizzeria dal design fresco e contemporaneo è per l’appunto Salvatore, star di TikTok ed anima molto social; nativo di Orta di Atella, campione mondiale nel 2014 con la pizza MyDad, occupa la 26ma posizione nella classifica 50Top Piazza Italia 2023.

Un cultore intransigente della procedura di lievitazione e di selezione delle materie prime. Lo distinguerete nel locale individuandolo dall’immancabile cappello grigio, suo segno distintivo che indossa anche in cucina, o che dà la forma al forno a legna e stampigliato persino sui piatti.

Silvia D’Ambrosio

Pizzeria da Lioniello | Viale Friuli 46, Milano

Tel. 02.72199211 | Aperto tutti i giorni

@lioniellosalvatore

Per FerrovieNord pubblicità retrò: tutti in carrozza riscoprendo Dradi

Parte oggi la campagna pubblicitaria FerrovieNord e FNM dal titolo “La vita in movimento dal 1877 che riprende in via integrale i cartelloni ideati da Carlo Dradi per l’azienda a cavallo tra gli anni 40 e 50, uno dei primi esempi di comunicazione turistica. A quell’epoca si volevano invogliare i milanesi a raggiungere in treno mete di escursioni montane, laghi prealpini ed altre amene località, tutte facilmente raggiungibili dalla rete ferroviaria FN; obiettivo commissionato al milanese Dradi a favore di un pubblico servizio, che lui svolse impiegando il suo genio con creatività e bellezza.

Ispirandosi a movimenti quali il futurismo o la Bauhaus, il razionalismo e le avanguardie, con un lavoro meticoloso e, a quei tempi, artigianale – pur di enormi proporzioni – Dradi (1908-1982) realizzò 20 manifesti e 15 di essi ora entrano a far parte della nuova campagna pubblicitaria.

Il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico dell’azienda” ha spiegato Fulvio Caradonna, presidente di FN in conferenza-stampa all’AdiMuseum, “consegue alla fruibilità online del museo virtuale di FerrovieNord (www.museo.ferrovienord.it), messo a punto lo scorso anno. La nostra storia appartiene ai lombardi e a tutti, è un’eredità comune, un messaggio di positività ed ottimismo che affonda le radici in un periodo storico di rilievo”. Presenti in conferenza anche l’assessore regionale alle Infrastrutture e opere pubbliche Claudia Maria Terzi, secondo cui quelli in mostra sono “concetti grafici che raccontano un pezzo di storia italiana sociale, culturale ed economica”, l’assessore regionale ai Trasporti e mobilità sostenibile Franco Lucente, il presidente di FNM (gruppo integrato per la mobilità sostenibile in Lombardia) Andrea Gibelli ed il figlio del creator Emanuele Dradi.

Carlo Dradi era un tipico “uomo del fare” forgiatosi sul lavoro; innovatore dell’estetica grafica, fu docente a scuole d’arte milanesi e poi direttore, assegnatario nel 1933 del Gran diploma d’onore da parte della Triennale di Milano; per imparare i segreti del mestiere non esitò a spostarsi in Svizzera, a Parigi, Berlino, Stoccolma, Londra, quindi a viaggiare in tutta Europa. Nel proprio laboratorio aveva una stanza dove campeggiava un taglierino enorme, quasi corrispondente al perimetro totale.

La collaborazione tra FN e Dradi abbraccia gli anni tra il ’48 ed il ’57 e l’incarico di potenziare l’immagine della società è per lui decisivo, segnando l’evoluzione della sua attività in campo cartellonistico; opta per un linguaggio semplice e chiaro, destinato al largo pubblico, e punta a rendere l’immagine di FerrovieNord immediatamente riconoscibile. Per riuscire nell’intento recupera il linguaggio narrativo del manifesto turistico elaborato negli anni Trenta, specie in Svizzera, mutuandone la tecnica pittorica.

L’Italia era in fermento ma divisa da conflitti interni, si vedevano qua e là macerie; il PIL molto alto favoriva l’ottimismo e oltre al lavoro, pian piano si riscopriva il tempo libero. Il treno era usato dai pendolari ma anche per divertirsi, di qui l’idea di incoraggiare con belle affiche il turismo di prossimità avvicinando idealmente ai milanesi e ai turisti in città i bei luoghi lombardi, mete di villeggiatura o di gite giornaliere. I monti, la neve, l’acqua, i fiori, le colline, i battelli diventano – allora come ora – piccoli simboli di benessere, per cambiare aria e sperare in un futuro migliore.

Silvia D’Ambrosio

www.museo.ferrovienord.it

MILANO: città a misura di pet per il 79% degli intervistati

DALL’INDAGINE DELL’OSSERVATORIO QUATTROZAMPEINFIERA

I MUST SONO L’ACCESSO NEI LOCALI E NEI SUPERMERCATI,

AREE-CANI PIU’ ATTREZZATE E DIVISE PER TAGLIA

Immagina che il cane possa esprimersi, anche se col suo comportamento già tendenzialmente lo fa. Al suo posto si sono espressi lo scorso anno circa 9mila milanesi – rigorosamente proprietari di pet – visitatori di Quattrozampeinfiera (www.quattrozampeinfiera.it)-, manifestazione che si svolge annualmente alle porte della metropoli; dati rielaborati dall’omonimo Osservatorio tra il 2023 e inizio 2024. Milano è risultata città pet-friendly per il 79% degli intervistati.

L’indagine ha coinvolto anche Roma col riscontro positivo del 75% del campione intervistato, e Napoli il cui grado di soddisfazione è più ridotto e si attesta al 52%.

I milanesi coinvolti nella ricerca hanno dichiarato per il 78% di accedere facilmente alle aree-cani vicino casa, ma vorrebbero una migliore illuminazione delle aree, più pulizia ed attrezzature (in particolare fontanelle e cestini) e la suddivisione degli spazi per taglia. Qualcuno suggerisce di coinvolgere degli educatori, per colloquiare di tanto in tanto con loro e ricavare suggerimenti sulla gestione quotidiana del cane (NDR: già alcuni Municipi organizzano iniziative one-spot in tal senso).

La mobilità urbana soddisfa ben l’86% degli intervistati, che conferma di usare i mezzi pubblici in compagnia del pet; il 91% dichiara di avere comodo accesso ai servizi veterinari ed i servizi di toelettatura sono reperibili vicino a casa per il 77% degli intervistati.

L’indagine segue altri rapporti statistici, come quello di Legambiente che già nel 2022 aveva posizionato al primo posto il capoluogo lombardo per numero di proprietari di animali domestici: la stima era 1 cane ogni 11 abitanti per un totale di 120mila esemplari, ed 1 gatto ogni 30 abitanti; numeri sottostimati che escludono quanti non sono registrati all’anagrafe veterinaria e falsati dalle incertezze statistiche su colonie feline e canili, in continuo divenire.

Alla conferenza ENPA e MIAV tenutasi a Palazzo Pirelli a dicembre 2023 si è detto che oltre il 50% delle famiglie lombarde ha almeno 1 animale domestico. Il pet è un ammortizzatore sociale, in quanto consente un maggior benessere a chi lo possiede, e non solo ai non-vedenti o agli anziani. Studi medici hanno persino dimostrato una minor incidenza della demenza senile tra chi ha un pet; ed una maggior salute tra i cittadini implica minori costi sanitari per gli enti pubblici, tema cui i politici sono molto sensibili.

A proposito dei servizi di toelettatura, proprio a tale conferenza in presenza degli assessori regionali Elena Lucchini (alla famiglia, solidarietà sociale, disabilità) e Gianluca Comazzi (al territorio e sistemi verdi) e dell’assessora all’ambiente e verde del comune di Milano Elena Grandi, si è ribadita la necessità di regolamentare questo settore mediante appositi corsi di formazione e albi, perché i servizi resi alla clientela siano adeguati e certificati. Si è anche ribadita la necessità di sostenere le famiglie meno abbienti nella cura del pet, ed in questo MIAV – prima mutua veterinaria privata in Italia – offre favorevoli condizioni agli iscritti all’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) e prevede rimborsi di spese veterinarie con larghi massimali, in caso di malattia o infortunio del pet (numero verde 800.818100, info@miav.it).

Sempre secondo l’Osservatorio, gli ambiti che registrano minor soddisfazione tra i milanesi sono i locali pubblici, dove più del 51% degli intervistati segnala forti limitazioni all’ingresso coi propri cani (dal 2013 la scelta quanto al loro ingresso è rimessa ai gestori), ed i ristoranti, accessibili col proprio cane solo per il 45% dei pareri; ancor più difficoltoso appare il ricorso a strutture di fiducia dedicate ad emergenze o cure di breve periodo ed asili per cani (41%) e quasi impossibile l’accesso ai supermercati e alla grande-distribuzione (18%).

I pet lover chiedono insomma una visione più inclusiva con possibilità di andare al museo, a far la spesa o altrove assieme al proprio peloso, magari anche al lavoro. Antesignano in tal senso a Milano il Cinemino di via Seneca 6 (www.ilcinemino.it), spazio culturale attivo dal 2018, che assicura l’accesso alla propria Sala proiezioni da 74 posti a molti spettacoli, appositamente contrassegnati con la dicitura Cinebau e l’icona di un bel cagnotto.

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www.quattrozampeinfiera.it

24-25 febbraio 2024 Roma
23-24 marzo 2024 Padova
13-14 aprile 2024 Napoli
5-6 ottobre 2024 Milano
9-10 novembre 2024 Torino

MIAV info@miav.it – num. Verde 800.818100

Il Cinemino

 

ESCLUSIVA: LA VALANGA AZZURRA IN VAL DI FASSA AD ALLENARSI

NON MANCANO I SELFIE E QUALCHE TRATTAMENTO ESTETICO

Giusto il tempo di far partire gli ultimi turisti delle vacanze natalizie, ed ecco che il team femminile della Nazionale azzurra si è precipitato nell’ormai largamente innevata Val di Fassa per allenarsi e prepararsi ai prossimi imminenti appuntamenti di Coppa del Mondo: da Federica Brignone a Sofia Goggia, dalle sorelle De Lago a Marta Bassino.

Le abbiamo pizzicate esattamente al Passo San Pellegrino martedì 9 Gennaio, allegramente motivate a sottoporsi agli allenamenti di routine; ma abbiamo anche attinto a fonti confidenziali per ricavare curiosità e segreti delle nostre beniamine.

Dura la vita di campionesse di quel calibro: sveglia poco dopo le ore 5 del mattino, colazione frugale mobilizzando anzitempo lo staff di cucina e servizio dell’hotel Arnica di Soraga (TN), e poi via alla volta del passo a cavallo tra Trentino e Veneto, per iniziare gli allenamenti alle ore 8.00; il personale della funivia Col Margherita si è svegliato prima dell’alba per poter aprire l’impianto alle nostre atlete bioniche e permetter loro di allenarsi sulla pista nera dal nome già di per sé epico: La Volata.

Le temperature sono piuttosto rigide: di notte scendono a –11 o –10 ma anche alle prime luci del giorno si mantengono ben sotto lo zero termico (tanto che la Brignone tarda a levarsi la giacca a vento sopra la tuta aderente, vedi la foto); vento quasi inesistente e leggera velatura nel cielo, in pratica una situazione ideale.

Altre nazionali straniere si allenano nella valle; il team italiano è da parte sua molto organizzato e subito allestisce un recinto chiuso con la rete con i vari sci da testare e gli accessori, perché i fan ed i curiosi assediano le belle sciatrici alla ricerca di foto e selfie a ricordo. Tra le nostre atlete la super-big Federica Brignone si dimostra propensa ad accontentare i fan.

Federica sfoggia sorrisi ed un bel casco tigrato molto glamour, mentre Sofia indossa un casco nero e bianco. Le atlete sciano fino a mezzogiorno sulla pista riservata all’allenamento, scambiano continuamente pareri e chiacchere con gli allenatori e con personale dello staff (vedi la foto della Goggia che interloquisce); la pista La Volata dovrebbe esser la stessa che le vedrà protagoniste a Febbraio. Il pomeriggio è un poco più libero, e tra palestra e trattamenti fisioterapici forse ci scappa una puntatina al centro benessere dell’hotel.

In serata sappiamo che Sofia Goggia non ha rinunciato ad una seduta di manicure, sempre in quel di Soraga; va bene allenarsi e concentrarsi, ma il tempo per la cura di sé non può mancare. Nata a Bergamo, la trentunenne è stata campionessa olimpica nel 2018 ed argento nel 2022, ha vinto per ben 4 volte la Coppa del Mondo di discesa libera (nel 2018, poi nel 2021, 2022, 2023) e 2 medaglie mondiali, cioè un argento in superG e un bronzo in slalom gigante; detiene il record nazionale di podi in un’unica stagione (nel 2017 racimola ben 13 podi in ben 4 specialità) essendo potente ma anche duttile e polivalente. E’ salita in tutto 52 volte sul podio aggiudicandosi 24 vittorie, e così farà appunto qualche giorno dopo gli allenamenti in Austria ad Altenmarkt, tornando alla vittoria in Libera; una macchina da guerra insomma.

Ama molto le atmosfere dolomitiche e per non perdere un giorno di allenamento, ha ottenuto di girare alcuni noti spot che vediamo in Tv, proprio negli hotel che l’alloggiano.

Federica Brignone ha 33 anni ed è nata a Milano ma cresciuta a La Salle in Val d’Aosta, ed è per così dire figlia d’arte (mamma Quario già nota sciatrice e papà maestro di sci), ha dichiarato di esser stata la più scarsa sugli sci nella sua famiglia, in quanto il fratello – che oggi la allena – pareva miglior talento tra i due. Con spirito di dedizione ha raggiunto i magnifici record di Deborah Compagnoni come sciatrice più vincente nella storia italiana. Spesso in gara in passato con Sofia Goggia, a rubarsi il podio, ha all’attivo 3 medaglie olimpiche (un argento e 2 bronzi), 3 medaglie mondiali ossia un oro di combinata nel 2023 a Courchevel/Méribel e 2 argenti, oltre a medaglie mondiali vinte nella categoria juniores, e ha vinto la coppa del Mondo a ripetizione nel 2020 in discipline diverse e nel 2022 in superG, per un totale in carriera di 63 podi e 24 vittorie. Nel tempo libero pratica il surf da vera sportivona a tutto tondo, e siamo tutti grati che abbia tralasciato l’idea fanciullesca di diventare parrucchiera innamorandosi a poco a poco dello sci alpino.

Purtroppo qualche giorno fa, nello slalom gigante a Jasna su pista molto ghiacciata (il termometro segnava –12 gradi) è caduta proprio ad inizio-gara, vittima di un sobbalzo e forse anche svantaggiata dal pettorale n. 1, laddove la Goggia aveva da subito rinunciato per potersi concentrare in vista delle prossime gare a Cortina. Pare che in tale gara Marta Bassino sia stata a sua volta svantaggiata dalla scelta di sci inadatti al fondo gelato (NDR: la si vede in foto davanti alla funivia dell’allenamento con un paio di sci molto lunghi). La Brignone ha subito voltato pagina andando ad Anterselva per fare la madrina dei Mondiali di biathlon.

Gli organizzatori italiani della Coppa stanno da parte loro mettendo a punto gli ultimi accorgimenti per le gare iridate: l’appuntamento è per il 27-28 Gennaio a Cortina d’Ampezzo, per il 30 Gennaio al Plan de Corones, ed infine al 24-25 Febbraio in Val di Fassa. Forza Azzurre!

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26-28 gennaio 2024Cortina d’Ampezzo2 x DH, 1 x SGDonne
30 gennaio 2024Kronplatz-Plan de CoronesGSDonne
24-25 febbraio 2024Val di Fassa2 x SGDonne

A “BALLANDO CON LE STELLE” BRILLANO LE PERFORMANCE DI SIMONA VENTURA

SIMONA VIVE UN MOMENTO FORTUNATO

Dicono che la Finale sarà tutta al femminile e che se la giocheranno Wanda Nara e Simona Ventura.

A 58 anni compiuti, la nostra SuperSimo sembra una ragazzina e ha energie da vendere in pista, dove strappa pieni voti (10) ai perfidi giurati e, nel peggiore dei casi, porta sempre a casa un secondo posto in classifica generale. La giuria le riconosce impegno e dedizione e la giudica molto preparata a livello tecnico, ma meno espressiva di Wanda Nara, attrice e showgirl argentina grande favorita per la Finale, che proprio il 10 Dicembre compie 37 anni e la cui dimestichezza nei movimenti sta senz’altro ad indicare la frequenza di corsi di ballo.

Simona Ventura non esita a raccontarsi alle telecamere, rivelando di aver vissuto anni parecchio complicati: per via delle accuse al primo marito Bettarini, per via della separazione, di qualche storia sentimentale, ma soprattutto a motivo dell’incidente avvenuto al primogenito il 1 Luglio 2018. Niccolò fu aggredito e ferito con un coltello all’esterno di una discoteca milanese e poi sottoposto ad un delicato intervento all’ospedale Niguarda; per l’episodio quattro giovani sono stati condannati per il suo tentato omicidio e per lesioni inferte alla fidanzatina dell’epoca, mentre l’operazione per fortuna lo salvò. Momenti dai quali è dovuta risorgere ritrovando le forze dentro di sé; ora dopo l’incontro fatidico con Giovanni Terzi, con cui fa coppia fissa dal 2018, tutti i momenti bui sono lasciati alle spalle.

SuperSimo non ha esitato a raccontarsi anche alla kermesse di VanityFair di fine Novembre, che ha avuto luogo al teatro Lirico-Gaber di Milano; nel corso dell’intervista le si è chiesto di assegnare dei voti con le palette, come avviene nella trasmissione: entusiasmo e bei 10 Simona assegna alla conduttrice del programma Milly Carlucci e alla collega ed amica Paola Perego; più tiepido il giudizio per Selvaggia Lucarelli, cui ha dispensato un 7. Ha poi svelato di essersi riappacificata con Mara Venier, con cui era intercorsa qualche incomprensione; l’unica collega che non merita a suo dire la sufficienza è Heather Parisi.

A domanda se rifarebbe la conduzione dell’Isola dei Famosi, Simona risponde di no per una serie di motivi, inclusi i carenti budget del programma, che non consentono di attrarre nuovi vip sull’isola, e la conseguente impossibilità di sfiorare i mitici share delle prime edizioni. Assicura l’audience in sala sull’utilità dello show cui partecipa sia a livello emotivo che per restare in forma, ed anche con il compagno Giovanni Terzi c’è una sana competizione – racconta – convinta che tutto questo movimento ed allenamento non possa che fargli bene. A domanda poi non svela se parteggia per una o l’altra parte politica: dice di essersi imposta fin da inizio carriera di non volersi schierare e di voler piacere a tutti, pur se la matrice della sua famiglia era democristiana.

Al di là quindi della caduta di qualche giorno fa da un piedistallo, fortunatamente senza conseguenze, SuperSimo si dimostra davvero quasi imbattibile e la combattiva di sempre; non a caso tra le ultime esibizioni ha ballato sulle note della canzone “Combattente” di Fiorella Mannoia ed il suo primo libro, edito nel 2008, si intitola “Crederci sempre, arrendersi mai”.

Dal canto suo anche Giovanni Terzi ha trovato modo di raccontare alcuni delicati e tragici momenti del suo passato: così quando in esecuzione ad ordini della procura milanese, è stato tratto in arresto e messo persino in isolamento, potendo tornare a casa solo dopo 75 giorni, per accuse totalmente rimosse in otto lunghi anni di calvario giudiziario. Quando parla di Simona si scioglie in dolci sorrisi. E fa coppia fissa con la compagna anche in eventi mondani, pur se di carattere schivo, come il party Kiton tenutosi a Giugno 2023 a palazzo Clerici per presentare le collezioni Primavera-Estate 2024 del marchio Kiton, che festeggiava i 55 anni dalla sua fondazione; un’eccellenza sartoriale che coniuga eleganza, tradizione e semplicità.

Silvia D’Ambrosio

Inaugurato il center Merlata Bloom con l’elegante multisala Notorius

AL CINEMA A QUALSIASI ORA, POTENDO MANGIARE IN SALA

Hai mai sognato un multisala di ultima generazione, con poltrone reclinabili e la possibilità di ordinare quel che vuoi e spizzicare o mangiare all’interno del cinema e così godertela, anche se non hai fatto in tempo a cenare a casa?

Ora puoi farlo al Notorius (via Daimler, Milano) all’interno del grande centro commerciale Merlata Bloom, concept sviluppato dalla Merlata Mall SpA per l’imponente progetto di trasformazione urbanistica nel quadrante nord-ovest di Milano, a pochi minuti dalla fermata MM Molino Dorino (con collegamento bus Atm 35 e navette gratuite) e dalle uscite di tangenziale ovest/autostrade.

Inserito tra il quartiere residenziale Uptown ed il Mind (cd. distretto dell’innovazione), il centro si estende su 70.000 mq ed include oltre 200 store, 43 spazi di ristorazione innovativi e gourmet, uffici, spazi per mostre ed esposizioni ad ingresso libero ed i megastore Esselunga, Euronics e Decathlon. E’ stato inaugurato pochi giorni fa alla presenza del presidente della regione Attilio Fontana e dell’assessore comunale alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi.

Trenta ettari di parco urbano circostante con laghetto, le ciclabili e lo Sky Garden da cui ammirare le Prealpi e la Grigna, fanno da cornice al grosso complesso dalle sinuose e moderne forme architettoniche, che predilige la spazialità esterno-interno e l’approccio green.

L’ala dedicata al Notorius Cinemas è un macrocosmo (aperto fin dal mattino) composto da 10 sale con audio Dolby 7.1 per un totale di circa 5mila posti a sedere, oltre cento metri di schermi e mille poltrone reclinabili con schienale e poggiapiedi, tavolino e ricarica wireless, ed ancora un’area Disney per famiglie; previsti servizi a richiesta food&drink con ordine diretto dalla poltrona mediante inquadratura QR code.

Lo spettatore disabile se solo potrà esser accompagnato in sala dal personale tramite ascensore nei posti riservati, diversi a seconda della specifica disabilità, e l’eventuale accompagnatore usufruirà anch’egli di uno sconto particolare. Acquistabili card di 5 ingressi a prezzo ridotto, valevoli pure nei giorni festivi. Per le prime settimane di apertura si è ancora pensato ad un DVD in regalo, o lo sconto del 50% sul biglietto o pop-corn omaggiati per chi recupera il volantino all’ingresso.

In linea con le più attuali tendenze, il grande shopping center si propone come luogo di intrattenimento e socialità con la punta di diamante del multisala Notorius. “Per questo opening non poteva esserci momento migliore, visto che nei nostri multisala (Gloria e Sarca) quest’anno registriamo buoni afflussi pure in orari pomeridiani, e l’uscita al cinema è tornata in voga non solo tra i giovani under35 ma anche per il pubblico di mezz’età, andando a lambire le buone performance pre-pandemia” sottolinea Guglielmo Marchetti, presidente di Notorius. “Sono sale duttili e si prestano a concerti oppure eventi aziendali; a richiesta saranno allestite feste di compleanno”.

Il multisala ospiterà anteprime con ospiti eccellenti (Albanese, Abatantuono, Cortellesi)” assicura l’AD di Notorius Andrea Stratta, che ne illustra gli obiettivi strategici: “La nostra società da mero distributore ha iniziato a quotarsi in borsa nel 2014 e a curare la produzione di film e anche di serie TV. Ci stiamo ormai traghettando ad una nuova visione di produzione e puntiamo a rafforzare il cinema italiano o produzioni internazionali con cast italiani. Puntiamo ad ammortizzare l’investimento di questa struttura in 4 anni e a raggiungere il 5% di quote sul mercato italiano.

Silvia D’Ambrosio

NOTORIUS CINEMAS Merlata

MERLATA BLOOM